1806: FEBO D’ADDA, ACQUISTO DI UN LIVELLO

1806: FEBO D’ADDA, ACQUISTO DI UN LIVELLO

di Tonino Sala

In occasione della tanto pubblicizzata riapertura al pubblico della Villa Borromeo d’Adda in Arcore, ci troviamo, a contorno di questo importante evento, a raccontare, uscito quasi per caso come spesso accade quando cerchi altre cose, un  documento del fondo del notaio Luigi Bonola, anno 1806, che illustra uno dei diversi episodi che hanno determinato la formazione o meglio l’acquisizione di parte dei terreni, di cui ancora oggi si compone il pregevole parco che contorna la villa ritornata agli antichi splendori. Protagonista  Febo d’Adda, che ad inizio Ottocento, incamera 29 pertiche di terreno, che erano appartenute alla “Confraternita del Rosario di Arcore”. Lasciamo ora senza indugio, la parola a Tonino Sala, che come sempre ha saputo valorizzare e far vivere quelle polverose carte, per ricostruire un nuovo e sconosciuto episodio che illuminato della giusta luce, diventa una preziosa lezione di storia, e non solo locale.

Illustreremo un documento che serve da esempio per spiegare come si formavano nel paese, i domini della nobiltà e dei ricchi borghesi milanesi.

Si tratta della copia di testimonianza giurata per una prestazione rappresentativa nell’acquisto “all’asta” del “livello” di una parcella di terreno (aratorio avitato asciutto – così lo rileva, nell’agosto 1721, il geometra, Jovane Jacomo Frast, assistito sul campo da esponenti del luogo), parcella di 29 pertiche e 6 tavole (poco più di 19.000 m2), appartenente alla “Scuola o Confraternita del Rosario”, identificata nel testo, col numero 183 di mappa, campo noto agli arcoresi del tempo col nome di “Columba”. Secondo le rilevazioni rielaborate e più volte aggiornate nella numerazione, a causa del protrarsi dei lavori di formazione e pubblicazione del catasto (1721-1760), fu contrassegnato dapprima col n° 117, poi nella ripartizione che sezionò l’originale di campagna in 19 fogli, disegnato a cavallo dei fogli VIII° e IX°, col n° 99, corretto poco prima della pubblicazione, in 183.

Stralcio dal Riassunto nella rilevazione del 1721 – Parcella 117

Stralcio dal riassunto del foglio VIII° ridisegnato nel 1722 e corretto rispetto all’originale – Parcella 99

1721 – Stralcio dalla rilevazione originale “Mappa di campagna” – Posizione della parcella 117 rispetto al paese. Il campo è posto a cavallo tra il piano e il colmo del rilievo là dove la “Strada delle Spazzate” biforcandosi, bordava da un lato il piano aggirandolo e dall’altro, risalito il rilievo, filava diritta, attraversando l’attuale “Parco Comunale”, innestandosi alla strada oggi detta “della Fornace”.

1721  – La parcella oggetto dell’asta nella rilevazione originale. Ben distinguibili alcune delle linee di triangolazione della misurazione che hanno consentito il calcolo della superficie e la didascalia col possessore, il nome del campo, il tipo di coltura, le dimensioni espresse in pertiche e tavole, e il numero di identificazione.

È già stato detto che la rilevazione originale fu copiata in 19 fogli. Il lavoro fu eseguito da due disegnatori specialisti: Croppi e Mugnozzi. Quella che segue è l’immagine sezionata e ricomposta delle due parti disegnate sui fogli VIII° e IX° che costituiscono la parcella 99, aggiornata poi in 183.

1722 –Il campo ridisegnato, rinumerato e corretto, oggetto dell’asta

Note sul documento:
Quale vicenda o necessità abbia generato questo documento notarile, del tutto irrilevante agli effetti relativi all’acquisto del livello del campo, si può solo cercare di immaginare: Tizio riceve da Caio l’incarico di partecipare a suo nome (per il momento secretato) a un’asta, e ciò viene fatto: si rivela il nome del compratore e si conclude il negozio.
Il fatto in sé è abbastanza semplice mentre non lo è il perché della dichiarazione giurata, che riassume la vicenda, praticamente richiesta e indirizzata al “Signor Febo d’Adda”, la quale lascia presumere che vi siano dietro cose poco chiare.


Testo del documento: trascrizione
(Nota a margine)(Carta bollata di £ N°. 730 – 1806. 27. Dicembre Fuori Copia di prima ediz.e al S.r Febo d’Adda.

In vigore della presente qual pubblico e giurato instrumento da porsi nelle abbreviature del Sig.r D.e Luigi Bonola Cau.o e Not.o di Mil.o rubricandola e con facoltà di copia Io sottoscritto dichiaro e protesto anche con mio speciale giuramento che presto con la formola del metodo Giur.o Civil.e nelle mani del sud.to Not.oe D.re Bonola, dichiaro, dissi e protesto per la pura verità d’avvere io sottoscritto avuta comisione fin dal principio del cor.e anno 180sei dal Signor Febo Dadda di acquistare per di lui conto, ed interesse velato però sotto il nome di persona da dichiararsi, il livello del ronco arratorio vitato sit.o nel territorio d’Arcore in quella mappa al N. 183 pertiche 29 tavole 6 scudi 234 di raggione di quella veneranda Chiesa che tale comissione egli mi disse darmi per impedire qualunque altrui collusione pregiudizievole alla prefatta Chiesa, e che perciò io dovessi superare anche ad ogni contingibile di lui pregiudizio ogni altra oblazione, che in conseguenza ho fatto in nome di persona da dichiararsi l’acquisto del detto livello all’asta tenutasene gli 13 Febrajo prossimo passato e sono venuto di poi in nome come sopra di persona da dichiararsi al relativo instromento celebrato dal suddetto S. D.e Bonola li 18 del successivo precorso Novembre; che dal sullodato Sig.r Febo d’Adda mi fu spedito in allora il denaro da me depositato all’asta suddetta da me poi rendutogli dopo il sudetto instromento, e che parimenti mi furono da lui spedite le £ 1500 = ??? (1) pagata all’atto del sudet.o instromento; e finalmente dichiaro, dissi che il prelodato Signor Febo d’Adda è quella persona cui mi sono, come sopra riservato di dichiararne, a tutto di cui interesse persuaso che cedesse il sudetto livello, non avendo io fatto altro che prestarmi come sopra, col puro mio nome all’esecuzione della sudetta comissione per l’onore di fare cosa grata al prefatto Signor Febo Dadda; ed in fede ho stesa e firmata di propria mia mano la presente in Monza questo giorno 26 Xembre 180sei.
Prete Luigi Motta
Angelo Maria Sala fui presente per testimonio, ed hò veduto stendersi, e firmarsi la presente di propria di lui mano, e giurarsi come sopra, dal sopras.to sacerdote Sig. Luigi Motta

Ho veduto io sottos. farsi le precedenti sottoscrizioni di loro propria rispettiva mano dei sopras. sacerd. Sig. Luigi Motta principale, il quale altresì ha steso tutta di propria mano la soprascritta dichiarazione ed ha prestato come sopra il sud. giuramento colla preaccennata formula del Metodo giurid. civ., e Sig. Angelo Maria Sala test. in fede
Dre Luigi Bonola Caus, Not. di Mil., anche qual altro testimonio
La presente viene consegnata ne’ miei Protocolli Notarili dal sopras. sacerdote Sig.r Luigi Motta in questo giorno sedici del mese di Dicembre dell’anno milleottocentosei, e in fede D.re Luigi Bonola Caus.o, e Not.o di Mil.o

N° 654. Presentato 16. Dicembre 1806.
Li sedici novembre 180sei
Registrato alla sezione prima a foglio ottavo, e pagato il diritto fisso in lire dieci, come da Bolletta di questo giorno
Bonacina Uff.le

(1)

 

 

 

 

 

 


Qualche chiarimento.

Siamo nel 1806, il paese fa parte del “Regno d’Italia” fondato da Napoleone il 17 marzo 1805. Un effetto della sudditanza napoleonica sarà, poi, nel 1810 la soppressione degli ordini religiosi con vendita all’asta dei loro beni; ma, già dal 1805, le parrocchie subirono confische di beni che vennero venduti a privati per risanare la finanza pubblica finendo, quindi a beneficio esclusivo di alcuni che accumularono risorse ingenti. Anche la “messa all’asta” del campo della “Scola del Rosario”, fu una delle conseguenze? Non si può affermare, anche perché, leggendo fra le righe e cercando di interpretare quanto espresso, forse, non troppo chiaramente, sembrerebbe che l’azione demandata da Febo d’Adda al prete Luigi Motta abbia avuto per fine la protezione dell’operazione di vendita al fine di evitare che a seguito di collusioni fra i partecipanti all’asta ne sortisse un prezzo poco remunerativo per l’ente, parrocchia o Stato, venditore; oppure quella di garantirsi comunque l’acquisto rialzando l’offerta fino ad ottenerne l’assegnazione.

Non è disponibile “l’instrumento” di acquisto del livello, però, dallo scritto pubblicato, risulta comunque certo, a posteriori, che, sia a livello o, modificando in un secondo tempo il contratto, diventato proprietà (era previsto in questo tipo di contratto la possibilità del livellario del bene di poter procedere, con diritto di prelazione, all’acquisto definitivo), il campo finì nei domini del d’Adda a costituire parte della fascia ovest che sarà poi recintata dal marchese Emanuele (figlio di Giovanni e nipote di Febo) nella seconda metà dell’800 quando si procedette alla costituzione definitiva del parco-giardino. Oggi il campo (detto Columba) è integrato nel Parco Comunale.

Quali siano i motivi di questa dichiarazione giurata (27 dicembre), quasi immediatamente prossima all’acquisto del “livello” (18 novembre), documento che sembrerebbe richiesto da Febo d’Adda per chissà quale motivo (o a scarico di coscienza del titolare dell’atto??), non è possibile argomentare. Che ci siano state proteste da parte di altri concorrenti all’asta, o che fu ritenuto poco chiaro l’intervento di rappresentanza del prete Luigi Motta, o che l’asta sia stata viziata da pressioni illegali sull’ente che la dirigeva, non è dato sapere, accettiamo il documento per l’opportunità che offre di uno spiraglio di luce nelle ombre che avvolgono il formarsi di tante fortune e in particolare sul come venne a costituirsi un piccolo settore del nostro Parco comunale.

Si trova qualche confusione di date, magari da parte di chi cerca di capire, nella fine del documento per quanto concerne la presentazione-registrazione nel protocollo privato e negli atti pubblici: Il Bonola scrive di aver protocollato l’atto il sedici dicembre (probabilmente si tratta dell’originale contratto di vendita); la presentazione all’ufficiale reca la data 16 dicembre mentre per l’annotazione a registro, l’ufficiale Bonacina, segna 16 novembre, rimane però chiaro che la copia del documento, in carta bollata di 2 soldi, è datata 27 dicembre.

Di dove fossero Luigi Motta e il testimone, anche lui prete, Angelo Maria Sala, non si sa (anche se si può supporre che siano del luogo dove viene steso l’atto), mentre il Notaio è dichiaratamente milanese e l’atto risulta steso a Monza.

“Instrumento giurato”: è il mezzo sussidiario in mancanza di altre prove legittime, in questo caso espresso davanti al notaio in presenza di testimoni che affermeranno firmando il documento.

“Abbreviatura”: Imbreviatura, è la minuta dei negozi giuridici che per legge il notaio stendeva, di solito, in forma abbreviata, e faceva approvare dalle parti, riservandosi poi di redigerla in forma di originale definitivo con la firma delle parti e dei testimoni. In questo caso si richiede di rubricare la dichiarazione inserendola a quella relativa all’acquisto del livello.

“Caus.”: abbreviazione di “Causidico”, cioè colui che ha la competenza per rappresentare una parte in giudizio.

“Contratto di livello”: Livello, è un tipo di contratto che risale addirittura all’organizzazione della gestione della proprietà e dei rapporti agrari ai tempi di Roma; deriva da “Libellus” che è il documento in duplice copia controfirmata, il concedente al concessionario e viceversa (“duo libelli pari tenore conscripti”), col quale si conferisce l’uso di un bene per un periodo di tempo (anche perpetuo) contro un canone di affitto. Oggi assimilabile o del tutto uguale al contratto di Enfiteusi.

“Scudi 234”: è l’imponibile accertato sul quale sarà poi applicata l’imposta.

Immagine satellitare odierna del luogo dove era posto il campo che confinava sul margine destro della via

Per concludere qualche immagine fotografica della via che conduce alla cappellina dei “Mort Lungh” ex confine de “La Columba”.

Scorci in salita

Scorcio in discesa