Villa Borgia; le origini, la riqualificazione

Villa Borgia; le origini, la riqualificazione

La notizia, di metà ottobre, diffusa sulla stampa locale circa l’approvazione del progetto esecutivo, da parte della Giunta Comunale, per i lavori di conservazione e valorizzazione di Villa Borgia, per un costo stimato di circa 190 mila euro, indirizzato al rifacimento del manto di copertura delle facciate dell’edificio, è occasione per questo articolo, che vuole ricostruire le vicende dell’edificio e degli spazi circostanti.

L’ingresso a Villa Borgia quando era ancora nella disponibilità della nobile famiglia

Le prime acquisizioni

Iniziamo andando ad un altro atto del Consiglio Comunale quando, nel lontano 1982, il sindaco Gianni Magni annunciava che i proprietari di Villa Borgia, “costruzione patrizia con annesso ampio parco in posizione bellissima, avevano aderito alle pressanti istanze del Comune e la lunghissima trattativa era positivamente conclusa”. Si dava quindi seguito alla delibera per l’acquisto della proprietà per la cifra di 155 milioni di lire. Per la cronaca ricordiamo che i proprietari, identificabili come vedremo negli eredi di Eugenia Borgia deceduta nel 1974, nel frangente della vendita si palesavano come “Immobiliare Delta”, sempre nell’atto di vendita la “costruzione patrizia” si doveva accontentare della notarile descrizione: “porzione di fabbricato di remota costruzione e senza impianto di riscaldamento”. Fu questo il primo atto dell’acquisizione di un’area, sino ad allora privata, che veniva messa a disposizione della comunità locale. Facevano parte dell’acquisto, lo stabile storico della villa, lo spazio antistante che conduceva all’ingresso su via Roma e naturalmente l’area del parco, catalogato nell’occasione come “incolto” e con il resto del complesso si presentava in stato di abbandono conclamato. L’acquisto fu perfezionato nell’ottobre del 1983 e solo nel 1987 a conclusione dei lavori di restauro la struttura fu resa disponibile. Al piano terra trovò collocazione la sala consiliare, gli altri spazi, così come il primo piano, furono messe a disposizione di associazioni e per lo svolgimento di attività culturali. Era già evidente allora che l’ala ovest del complesso, meritava analoghe attenzioni per essere recuperata e avviata ad un utilizzo per attività di pubblico interesse. Tuttavia la proprietaria di buona parte dell’ala dell’edificio, Alessandra Borgia, vendeva nello stesso 1983 tre locali al piano terra e due al primo piano, della parte contigua alla villa, ad un privato e solo dopo il fallimento dell’attività di quest’ultimo il Comune poteva acquisire nel 1989 quella parte di fabbricato.

Il retro di Villa Borgia verso il Parco Comunale

L’uscita di scena dei Borgia

Arriviamo al 1990 quando si cercò di definire l’acquisto di quanto ancora restava di proprietà privata dell’ala ovest. Venne disposta una perizia per accertare il valore e lo stato dell’immobile. La palazzina, indicata al civico 7 di via Roma, risultava disposta su tre piani, composta di 5 unità immobiliari e provvista di un’area antistante dedicata al parcheggio. La stima del tecnico comunale ammontava ad un valore totale di poco superiore ai 231 milioni di lire. Nel 1993, con una delibera consigliare, si prendeva atto delle difficoltà incontrate nelle trattative per acquistare gli immobili e della necessità di adeguare i prezzi, indicati nella perizia del 1990, per concludere le trattative. Nel 1994 mancavano all’appello le parti di fabbricato e l’area antistante ancora nella disponibilità di Alessandra Borgia. Nell’aprile di quell’anno si deliberava, per una spesa di 65 milioni di lire, l’acquisto di quest’ultima porzione. Sarà infine il 13 dicembre del 1996 la data in cui si ufficializzerà la transazione tra Cesare Parodi figlio di Alessandra Borgia e il Comune di Usmate-Velate, chiudendo di fatto la presenza della nobile casata nelle proprietà usmatesi. Lo stesso 1996 è l’anno indicato dallo Studio Architetti Resch in cui definivano “il progetto preliminare ed esecutivo recupero edilizio di un’ala destinata a residenza e centro di accoglienza di Villa Borgia”. Nell’arco di tempo intercorso tra il 2001 e il 2004 ancora una serie di progetti preliminari ed esecutivi dello stesso studio di architetti che condurranno alla sistemazione del piazzale antistante la villa e la ricostruzione ex-novo dell’edificio sul lato sinistro della piazza. E’ del 2006 il progetto definitivo, per il trasferimento della biblioteca al piano terreno e al primo piano dell’edificio rinnovato. Biblioteca che sarà operativa nella nuova piazza Pertini a partire dal dicembre del 2009.

La Villa negli anni ’30

Una delle statue, allegoria femminile di una stagione (non identificata), che erano collocate sulla balaustra che divideva il parterre della villa dal prato sottostante

CURIOSITA' --- "L'obelisco"---

Nella zona in cui è conservata la statua che abbelliva la balaustra della Villa Borgia, è custodito un piccolo obelisco, che tuttavia non apparteneva al contesto della villa.

Il reperto proviene dalla struttura delle spalle del ponte che sull’odierna Via Roma, attraversava la Molgora, come proposto nell’immagine d’epoca.

Alle origini

Villa Borgia, acquisì il nome della nobile famiglia di origine romana, solo a partire dal momento in cui Cesare Borgia nel 1856 sposò la contessa Clementina Tarantola titolare, tra le altre proprietà, di una casa da nobile per la villeggiatura ad Usmate. Sia Clementina che Cesare abitavano a Milano dove stabilirono la loro residenza nella casa del marito in via del Gesù. L’edificio di Usmate era già presente in occasione della stesura del Catasto Teresiano, anni Venti del Settecento, quando risultava censito come “Casa di propria abitazione compreso il giardino”, erano proprietari i fratelli Giuseppe e Francesco Campagnani entrambi indicati con il titolo “Don” a significare una qualche nobiltà. La stessa rappresentazione in mappa del giardino rimanda ad un luogo particolarmente curato e tutt’altro che scontato per quei tempi. I Campagnani erano diventati proprietari del luogo attraverso un iter abbastanza complesso. Nel 1673 il capitano Prospero Ordeo, con le finanze traballanti, è costretto a vendere a Giorgio Serponti la casa da nobile con giardino, futura villa Borgia, rimanendo ad abitarvi e con la possibilità di riscattare la vendita fatta. In seguito fra ricorsi sullo svincolo, altri prestiti, elargiti anche dai Campagnani, arriviamo al 1723, quando Antonio Ordeo, figlio di Prospero, vende ai Campagnano “la casa da Nobile con Torchio e Giardino annesso”. I proventi della vendita andranno ai Serponti, che si erano accordati con la famiglia Campagnani, entrambi con pendenza verso gli Ordeo. 

Quello che un tempo era indicato come “Vicolo del torchio”. Il torchio era collocato probabilmente nello spazio oggi sede dell’Associazione Alpini

La proprietà passerà per via ereditaria ai figli di Giuseppe, Lucio, avuto dal matrimonio con Ludovica Corti, e Cesare nato da Teresa Carcassola dopo che il Campagnani era rimasto vedovo. In questa occasione, anno 1791, i due fratelli decidono di dividere l’intera proprietà, provvedendo anche alla divisione della casa da nobile e pigionanti, futura villa Borgia, indicata con il numero 314 in mappa. L’edificio è abitato da cinque famiglie di pigionanti, che lavoravano i terreni dei Campagnani, risulta composto da “sei luoghi terreni con apertura d’uscio verso strada, ed altrettanti superiori… (a cui) si accede mediante scala di legno con loggia tutta al lungo”. La descrizione prosegue con una serie di ambienti che servono alle attività contadine: stalle, pollaio, granaio, fienili. L’altra parte del lungo caseggiato si compone di una parte rustica con diversi locali terreni e superiori, il granaio, a cui si aggiungono due stalle con cascina, mangiatoia e “bussola per il fieno”, apertura che permetteva di dirigere il fieno dalla cascina direttamente nella stalla. Infine la parte della “casa da nobile” composta da tre sale al piano terra con uscio verso corte ed altro verso il giardino, una sala è dotata di camino. Sempre al piano terra troviamo: un lavandino, due piccole dispense, la cucina con camino e fornelli, forno e una stufa di cotto. Una scala di vivo a due andate, conduce al piano di sopra dove troviamo una stanza con annesso gabinetto che guarda il giardino. Il piano si completa con altre sette stanze a cui si aggiunge un secondo piccolo gabinetto. Ritornando al piano terra un portico conduce al torchio. In seguito, i due fratelli, probabilmente consapevoli della poco pratica decisione di fare tutto “a metà”, dividono con nuovi criteri i loro beni. 

Usmate nel “Catasto Teresiano”. Al 314 gli edifici che nell’Ottocento, diventeranno Villa Borgia. Al 311 l’edificio indicato come : “Casa da massaro detta in cima d’Osio”

Il caseggiato da nobile al centro di Usmate verrà assegnato a Cesare Campagnani. Quest’ultimo senza prole donerà, nel 1837, tutti i suoi averi al nipote Giuseppe Tarantola, in cambio di un vitalizio e dell’utilizzo in comune con il nipote della casa da nobile di Usmate. L’abitazione si completava col piazzale, ad uso esclusivo dei Campagnani, dotato di “banchette” e “colonnette di vivo”. Due annotazioni sulle immediate adiacenze, il passaggio che mette oggi in comunicazione via Vittorio Emanuele con la piazza della biblioteca è indicato come “vicolo del torchio”, mentre un’altra abitazione, sempre compresa nella donazione, collocata all’altezza del civico 24 di via Vittorio Emanuele, era indicata come “Casa da massaro detta in cima d’Osio”, numero 311 in mappa, li dunque terminava il paese, che ancora nell’Ottocento era chiamato Osio, prima di assumere il definitivo nome di Usmate. 

In corrispondenza del civico 24 di via Vittorio Emanuele, ancora ad inizio Ottocento, l’edificio, prima che fosse strutturato a “corte”, portava il nome di “Casa da massaro detta in cima d’Osio”, nome con cui si indicava il paese prima del definitivo “Usmate” 

Arriviamo al 1854, quando Giuseppe Tarantola nella denuncia delle migliorie apportate alle sue abitazioni, in occasione del censimento noto come “Catasto Lombardo-Veneto”, informa che già nel 1832, quindi ancora ad opera dello zio Cesare Campagnani, la casa da nobile, “fu aumentata di un braccio di fabbricato serviente per granaio, stalla e rimessa e diversi altri ristauri = un cortiletto rustico con portico”. Era dunque stata aggiunta l’ala ovest del complesso.

Uno scorcio di Villa Borgia, in un disegno di Iginio Gatti. Nell’immagine il passaggio verso il “vicolo del torchio”, posto tra la villa e l’ala ovest dell’edificio

Clementina Tarantola alla morte del padre nel 1855, diventerà la nuova proprietaria dell’abitazione che un anno dopo, con il suo matrimonio, sarebbe diventata Villa Borgia. L’edificio di Usmate fu utilizzato dai Borgia come casa di villeggiatura e non abbiamo notizie sui lavori effettuati sull’immobile, che senz’altro ci saranno stati. Possiamo invece affermare che due generazioni dopo, con Cesare Borgia, nipote di Clementina Tarantola e del nonno che portava il suo stesso nome, la villa fu vissuta con maggiore continuità dalla famiglia. Ricordiamo che Cesare Borgia fu podestà di Usmate-Velate dal 1924 fino al 1928, anno della sua morte. La figlia Alessandra, che abbiamo visto cedere le ultime proprietà al Comune nel 1996, era nata ad Usmate nel 1914 e la madre Laura Gavazzi era morta sempre ad Usmate nel 1956. Un anno prima, nel 1955, i tre figli, eredi di Cesare Borgia, che alla morte del padre, nel 1928, avevano acquisito la metà delle proprietà di Usmate, l’altra metà era andata alla madre Laura Gavazzi, attraverso un atto notarile, acquistano, ognuno, un terzo delle proprietà della madre, pagando, pro capite, la cifra di 1.330.000 lire.

Le proprietà Borgia assegnate nella divisione del 1955. Evidenziati il fabbricato di Villa Borgia e la “Trattoria delle due torri e la Corte del posteggi”

Immediatamente i beni riuniti vengono divisi tra i tre. Ad Eugenia si assegna il primo lotto, indicato in azzurro nella mappa, che comprende il corpo centrale della villa e l’attuale area del parco, oltre al piccolo edificio che conduce alla cantina. Alessandra, colore verde sulla mappa, avrà l’ala ovest e la parte dell’edificio che ospita oggi l’Associazione Alpini, mentre a Francesco, rosa in mappa, saranno assegnati altri edifici che completavano le proprietà Borgia ad Usmate. 

In particolare, tra i beni assegnati a Francesco Borgia ricordiamo un angolo caratteristico di Usmate scomparso, era la “Traturia di du torr e la curt del póstul” (Trattoria delle due torri e la Corte del posteggio). 

 “Trattoria delle due torri e la Corte del posteggio” (disegno di Iginio Negri) collocata sulla parte destra dell’ingresso verso la villa, provenendo da Via Roma

CURIOSITA' --- "Trattoria delle due torri e la Corte del posteggio"---

TRATURIA DI DU TORR E CURT DEL PÒSTUL

La “TRATURIA DI DU TORR”, risalente almeno alla fine del 1800, mentre lo stabile era di epoca certamente più remota, offriva alloggio e stallazzo ai viandanti che, provenendo da Lecco o dalla Valtellina e diretti a Milano, trovavano la possibilità di un buon pranzo o di una buona cena nonchè di pernottamento; potevano nel contempo far riposare o sostituire i cavalli nella retrostante “CURT DEL PÒSTUL”, appositamente attrezzata,
il cui ingresso era situato sul piazzale, di fianco alla portineria di VILLA BORGIA.

Nel 1963 la trattoria e la corte sono state abbattute per far spazio ad un insediamento condominiale che, lo si può vedere, non è di esemplare gradevolezza.

Nei dintorni:

– CURT DI BUTERATT (Corte dei burrai) abbattuta nel 1975, che era posta sull’area dell’attuale Farmacia.

-da “Gocce d’antico”-

Nella stessa occasione vennero decisi una serie di lavori, per sistemare quelle parti degli edifici deteriorati e per rendere fruibile a tutti e tre gli eredi, le varie parti della proprietà di cui erano entrati in possesso. Nella mappa proposta, sopra, inquadriamo quanto a Usmate, in quel 1955, era nella disponibilità dei Borgia, poi un poco alla volta edifici e terreni vennero alienati, stabili considerati ormai vetusti furono abbattuti e altri, con cubature superiori, presero il loro posto. Negli anni trascorsi la zona ha decisamente cambiato aspetto. Vogliamo, tuttavia, evidenziare quanto di apprezzabile sia stato fatto dalle Amministrazioni Comunali, per quanto hanno salvato e messo a disposizione della comunità, mitigando di fatto una situazione che se fosse stata lasciata “libera” avrebbe spazzato via questo “passato” che oggi non avremmo potuto raccontare.

Prima di terminare, proponiamo, per gioco, come l’intelligenza artificiale, argomento del momento, da tenere sotto controllo e da gestire con molto spirito critico, ha immaginato la famiglia Borgia, in un pomeriggio degli anni Venti, nel loro giardino.

CURIOSITA' --- "L'AI e un pomeriggio a Villa Borgia, anno 1925"---

1925, UN POMERIGGIO NEL GIARDINO DI VILLA BORGIA

Utilizzando una App raggiungibile dal link: https://dream.ai/create

Abbiamo immaginato un pomeriggio del 1925 con la famiglia Borgia, che prende un thè, mentre i figli giocano nel loro giardino.

Abbiamo proposto all’AI questo scenario

Quindi abbiamo descritto questa situazione: “Villa Borgia di Usmate. Anno 1925. Il conte Borgia e la moglie sono seduti ad un tavolino in giardino. Un cameriere  serva a loro un thè. La piccola figlia Alessandra, di 7 anni, gioca con la sorella Eugenia, di 9 anni, alla palla. Il fratello Francesco, di 6 anni, rincorre un cane. Al balcone la vecchia contessa guarda cosa succede in giardino”. 

Abbiamo detto all’AI di tenere conto del nostro scenario al livello medio, dei tre proposti, questa è stata la sua risposta

Poi abbiamo richiesto una nuova possibile interpretazione della situazione proposta, L’AI ha risposto così

Lasciamo a voi ogni commento.

Fine