Alla peripatetica

Alla peripatetica

Quel “peripatetica” con cui Tonino Sala ha  titolato queste sue interessanti note, merita un minimo d’introduzione. 

Ci dobbiamo riferire in primis alla Grecia di Aristotele, dove i seguaci del filosofo si trovavano a discutere, percorrendo il “peripato” (colonnato), così come la tradizione vuole abbia fatto lo stesso Aristotele durante i suoi insegnamenti. Quindi fuori dall’uso filosofico si dice di cosa che si fa o avviene passeggiando, arrivando in questo modo alle camminate quotidiane di Tonino.  

Peripatetica

Uno dei miei passatempi preferiti è quello di immaginare come fosse il territorio arcorese  prima che arrivasse “l’homo” ad antropizzarlo. Così, giro per i confini scrutando alture e scoscesi, piani ed intagli, ricostruendo con la fantasia ciò che è ormai deformato dai fenomeni atmosferici, dal tempo e dagli interventi umani.

Percorrevo stamani, nel consueto perditempo peripatetico, la strada, in quel chilometro che, dopo un’ampia curva traguardando sul Monte Rosa, da Oreno porta ad Arcore: all’imbocco quasi incassata rimonta poi lentamente il piano a dominarlo perdendo più avanti quota fino a pareggiarlo qualche centinaio di metri dopo l’ingresso nel nostro territorio comunale, cercando tracce impossibili del suo formarsi e  mi domandavo se la traccia originale di sentiero che forse univa piccole aggregazioni umane, non ancora veri e propri villaggi, nettamente distinte fra di loro, fosse o meno precedente alla centuriazione o se fosse stata proprio questa a generarli sugli assi dei decumani.

I due libri citati

Poi, rammentando alcune note trovate sul libro “Oreno  il Dosso di Brera” che rimandavano al volumeSaggi storici tratti da alcuni paesi della Brianza ed altri notabili luoghi : ossia, L’antica chiesa di S. Nazaro e il monastero delle Agostiniane di Oreno”

Le note riferite al libro "Oreno: Il dosso di Brera
Qui sopra le pagine del libro di Massimiliano Penati a cui si riferiscono le note proposte sopra

mi sembrò di aver trovato indicazioni per il dilemma e avere spazio per azzardare qualche verifica sul campo: “crocicchio alla campagna degli ossi …” (forse luogo di antiche battaglie – Liguri-Celti-Etruschi poi ancora Celti – o più moderne le quali non mancarono mai per tutto il Medioevo, che nel rivoltare delle arature dei terreni ne restituiva i resti), “nella metà via… anche se il sospetto che possa essere stato là, dove, a lato di un maestoso pioppo ornato dall’immagine di un crocefisso giottesco, inizia una strada di campagna percorrendo la quale qualche centinaio di metri più avanti a margine ovest sembrerebbe di intravvedere tracce di un alveo (… riozzolo scavato …???), nella realtà non ho riferimenti, è certo comunque che il Penati parlava di un luogo ai suoi tempi perfettamente identificato.

Ma poi la cosa finisce per ingarbugliarsi sul nome che viene dato alla via: “Vianeur” (Vianora) che non quadra con quanto invece mostra il cartello stradale posto sul confine del paese, in fondo a Via Polini, già territorio di Oreno di Vimercate:

Il cartello con l'indicazione della strada nota in passato come "Vianeur"

Allora? “Vianeur” Vianora, è il proseguo di Via Battisti oppure quello di Via Polini? Questa strada, come ben risulta sulla mappa del 1721, proveniente da Peregallo imboccava direttamente la via del Cimitero (Via della Pace poi Via Polini) e proseguiva per Oreno, oggi, appena dopo il cartello, ridotta a un mal identificato sentiero. Sono ricascato nell’indeterminatezza e nel mistero.

I due territori, come risulta dalle mappe catastali, erano collegati sia da strade che da sentieri inter-poderali e la cadenza della divisione dei terreni nelle assegnazioni originali, secondo l’asse decumano, individuava un sentiero ogni 70 metri circa, o multiplo o sottomultiplo. Alcuni diventati vere e proprie vie, altri rimasti sentieri ancora leggibili sul terreno, nonostante l’uso di aratrici profonde li abbiano quasi del tutto livellati, altri totalmente spianati.

I due percorsi stradali nella mappa del Catasto Teresiano. Anni Venti del Settecento