Da Rimoldo a Velate sulla strada dei Parravicino. Un percorso in due tappe. Da Rimoldo, dove sorgeva il palazzotto dei Parravicino, per scendere nella valle della Molgorana, poi risalire e approdare alla Cascina Melli. La seconda parte del percorso, riprende dalla Melli, per dirigere verso Velate percorrendo il versante opposto della Molgorana, quindi una volta scollinato, prendendo a destra si dirigere verso il Mongorio. Buona parte di questo percorso, si è svolto sulle terre che erano state dei Parravicino sino al 1801.

Da Rimoldo a Velate sulla strada dei Parravicino

Rimoldo, in quel di Casatenuovo è il luogo di partenza di questo nuovo percorso. Sullo slargo appena oltre la chiesetta dedicata a San Carlo, oggi non più officiata, sorgeva Palazzo Parravicino

Oggi restano solo questa colonna e getteti sul terreno alcuni indecifrabile rimasugli

I Parravicino dal loro palazzotto di Rimoldo estendevano le loro proprietà tutt’attorno, dunque, nel nostro percorso ci inoltreremo in quelli che erano i loro possedimenti. Quindi, dallo slargo dirigiamo verso l’andito della costruzione che troviamo sul nostro fronte.

Attraversiamo il passaggio coperto per sbucare sul retro dell’edificio

Dove è allestito un campo di equitazione. 

Il sentiero piega a destra, verso una curva cieca…

… tanto che, per chi con un qualsiasi veicolo viaggia nel senso opposto, è servito mettere un allerta: “transitare lentamente cavalli in campo”.

Alle nostre spalle l’abitato di Rimoldo che si allontana.

Percorriamo qualche decina di metri per trovarci sospesi tra cielo e terra…

Sul culmine godiamo di questo panorama…

… che ci dirige ad un primo bivio, in prossimita dell’albero che vediamo a sinistra, abbiamo percorso circa 200 metri dalla partenza.

I cartelli, appena sotto l’albero, (adattati da noi in questa grafica), indicano Rimoldo, da cui proveniamo, mentre a destra ci si dirige verso Valaperta…

… noi procediamo diritti e ci concediamo quest’altro panorama…

Fatti pochi metri, nel campo da poco mietuto, si presenta un gelso solitario.

Ora a destra e a sinistra campi di mais, oltre le lanceolate foglie e la cortina di alberi il campanile di Rogoredo.

I piccioni, ormai unici “spigolatori” del campo mietuto, disturbati dai  passi, riempiono l’aria di fragorosi battiti d’ali e si allontanano, per il momento…

Il sentiero continua la discesa verso la valle dove scorre la Molgorana e contati dalla partenza circa 500 metri svoltiamo decisi a sinistra.

La discesa continua e nel solco battuto del sentiero…

… qualche insetto (imenotteri?) ha mitragliato il terreno di fori. Tutt’attorno i detriti della galleria scavata, portati alla luce.

Sbucati sulla radura, ci si prospetta più d’un possibile percorso…

Tenendo la sinistra, potremmo dirigerci verso l’acquedotto, sul confine con Usmate e più precisamente sotto la località Dossi, ma sarà questo un prossimo itinerario. Noi teniamo la destra e seguiremo le indicazioni che ci dirigono verso Cascina Melli.

Iniziamo dunque il sentiero sulla destra e fatti pochi passi…

… un nuovo bivio; a destra si va per Cascina Bracchi, noi teniamo la sinistra.

Percorso ancora qualche metro, in questo preciso punto, la Molgorana passa sotto il sentiero, ricevendo il piccolo affluente che abbiamo incontrato sulla sinistra, e che poco prima del bivio verso Cascina Bracchi, aveva a sua volta sottopassato il nostro cammino.

Sui due lati del passaggio intubato, per proteggere il corso d’acqua, pesanti manufatti in pietra messi a preservare il terreno da smottamenti. Realizzati appositamente, non sappiamo in quale epoca. Al momento possiamo intravedere tra la vegetazione che li circonda, qualche segno lasciato dal “lapicida” sulle pietre, per ridurle nelle giuste dimensioni.

Proseguiamo con il sentiero che piega leggermente a destra.

Sempre sulla nostra destra, il corso della Molgorana che risaliamo.

Mentre continuiamo il nostro cammino, spaziamo con lo sguardo ora a sinistra…

… ora a destra.

Il sentiero entra, a questo punto, in un tratto con una più folta vegetazione sui due lati.

Continuiamo il percorso, che inizia una leggera salita, e intravediamo in fondo una secca curva a sinistra

Circa 70 metri prima, più o meno quando vediamo alla nostra sinistra questa carrareccia, notiamo che sulla destra la Molgorana smette di costeggiare il sentiero e dirige verso destra, risalendo verso le sue sorgenti.

Disegniamo l’ampio arco della curva a sinistra, ed ecco spuntare le recinzioni di una serie di edifici e pertinenze utilizzate per i lavori agricoli, di movimento terra e ricovero per animali.

All’esterno della stalla qualche ciuchino staziona sconsolato.

Il grande albero segna il bivio che conduce a destra verso il Mongorio. Al momento lo ignoriamo, torneremo dopo aver fatto tappa alla Cascina Melli…

… che si profila con i campi che la circondano. Percorriamo la strada sterrata, preceduti dal trattore.

Un passo indietro nel tempo: i campi sulla sinistra prima della raccolta dei cereali e…

… quei girasoli che evocano Van Gogh. (portare lentamente il mouse sull’immagine)

Ora l’orzo è stato tagliato e volgiamo lo sguardo a destra verso i campi di mais che traguardano Rogorerdo.

La strada sterrata finisce e noi prendiamo a sinistra sull’asfalto per raggiungere, dopo pochi metri, la Cascina Melli.

Sullo slargo, che consente il parcheggio per qualche vettura, l’indicazione della Cascina e altri cartelli segnalatori che dirigono su altri percorsi.

Non ci resta che percorrere il breve tratto di strada per entrare nella complesso della Cascina Melli, che ai tempi dei Parravicino non esisteva, visto che fu edificata verso la metà dell’Ottocento.

Ci avviciniamo per apprezzarne la struttura, che denota una certa cura e una sicura progettualità durante le fasi di costruzione.

Superato il portone, nella seconda volta dell’androne sui due lati presenze protettrici dei contadini e delle loro attività

A sinistra San Giorgio che uccide il drago, ricordiamo la parrocchiale di Casatenovo dedicata allo stesso santo, e a destra una Madonna con Bambino.

Sul lato stalle, opposta al portone, una nicchia con l’Immacolata completa le sacre presenze nella cascina.

All’interno della corte “cose divine” fanno il paio con contrapposizioni ideologiche: da una parte “scighezz e martell” dall’altra “stars and stripes”

In una ex stalla, qualcuno ha scelto un’altra icona…

Un piccolo passaggio, alla destra della corte, conduce verso il campo del maneggio, presenze equine completano il quadro.

Lasciamo ora la cascina per riprendere il nostro percorso

Raggiunta la strada, scendiamo verso Rogoredo e poi ancora alla prima a destra, sulla strada percorsa in precedenza.

In fondo alla via teniamo la sinistra.

Pochi metri ed eccoci nuovamente al bivio che in precedenza avevamo snobbato. Voltiamo a destra. 

Sotto la chioma del grande albero, che segna il bivio, una “promessa d’amore” che si sta rimarginando, e un palo con indicazioni che così posizionate creano qualche perplessità.

Imbocchiamo decisi la strada sterrata che ci si para innanzi.

Percorsi circa 200 metri, alle nostre spalle la Cascina Melli…

… mentre lo sguardo spazia su questo panorama.

Continuiamo con la strada che inizia a salire leggermente.

Dall’ultimo bivio abbiamo percorso poco meno di 400 metri, disegnando un leggero arco a destra compensato poi da uno altrettanto lieve verso sinistra, ora il percorso propone una piega a destra un po’ più accentuata. 

Un’occhiata a sinistra, sullo sfondo le montagne con il Resegone.

Ora il sentiero sterrato e sassoso s’inerpica deciso.

Fino a raggiungere il piccolo pianoro che segna il culmine dell’ondulazione collinare.

A sinistra la vallata della Molgorana.

Poco oltre un castagno da cui pendono ricci che promettono bene.

Il breve piano termina ed inizia la discesa.

Davanti a noi le linee collinari che dirigono verso l’Adda e oltre si profila la bergamasca con le Prealpi.

La discesa disegna una “esse”, prima curva a destra…

… poi a sinistra, gli alti tralicci segnano l’elettrodotto che viene dalle centrali sull’Adda

Sul fondovalle di sinistra una batteria di arnie colora lo “stacco” tra prati e alberi.

La discesa si esaurisce a questo bivio. Dalla Cascina Melli abbiamo percorso circa 1400 metri.

Il crocicchio è ben dotato di cartelli segnaletici che illustrano le direttrici percorribili.

Noi continuiamo per il Mongorio.

Le dolci ondulazioni sulla destra ci accompagnano.

a sinistra la piana si caratterizza con una vasta coltivazione di soia e in lontananza il centro ippico alle spalle della Cascina S. Anna.

Ai prati da sfalcio si alternano ora stoppie… 

… bruciate dal sole, retaggio della recente mietitura.

Qualche metro ancora e le trebbiatrici non sono ancora arrivate.

Su questo margine un quadrivio con le indicazioni per gli escursionisti, mentre in lontananza intravediamo la nostra meta, il Mongorio.

A destra verso Cascina S. Anna e Giulini; a sinistra verso la Montagnola, quindi alle nostre spalle le località da cui proveniamo e per dritto il Mongorio.

Se alla Cascina Melli i girasoli avevano evocato Van Gogh, non possono tutte queste spighe che fare altrettanto! (dirigere dolcemente con il mouse sull’immagine)

Poi uno sguardo a sinistra per cogliere l’importante complesso della Corte Giulini e sul margine sinistro dell’immagine l’edificio del maneggio

Il sentiero si esaurisce in questo imbuto. 

Percorsi un centinaio di metri, sulla carrareccia che abbiamo intercettato, si profila il Mongorietto. La parete, interrotta verso la metà dall’androne che immette nella corte, presenta importanti rimaneggiamenti che hanno tamponato quello che in origine doveva essere un lungo porticato.

All’interno la corte chiusa, con le abitazioni disposte sui tre lati. Una curiosità, entrati nell’androne, sulla destra, in un ambiente rustico la presenza di quanto resta di una pittura che raffigura San Sebastiano, dipinto messo a protezione delle bestie che stazionavano quando questi luoghi erano usati come stalle.

Lasciato il Mongorietto, continuiamo sino ad incontrare la strada asfaltata, che scendendo a sinistra conduce a Velate.

Abbiamo parlato di Mongorietto, nel diminutivo si deduce l’origine subalterna al Mongorio, collocato sul lato opposto della strada, dirigendo per pochi metri verso Velate. Questo edificio, le cui origini sono collocabili alla fine del Cinquecento, risulta ancora più rimaneggiato, e possiamo cogliere qualche segno di  antichità, anche qui, sulle tamponature degli archi che segnavano il porticato.

Completa il trittico storico degli edifici della zona la Camparia, realizzata dai Giulini nell’Ottocento ed utilizzata come luogo di “monta” dei tori.

Nell’immagine aerea proposta le tre realtà.

Termina qui, sulla strada che sale da Velate, il nostro percorso che ci ha condotto al Mongorio e limitrofi. Prima dei Parravicino, qui c’erano stati gli Albrizzi, protagonisti nella querelle della Monaca di Monza, le cui consorelle, proprietarie della Tamburina, che sorgeva dove oggi c’è la Madonna del Passin, avevano interdetto il passaggio nella loro proprietà a Gio. Lelio Parravicino dopo che quest’ultimo, aveva impedito ai coloni delle monache di approvvigionarsi dell’acqua del Mongorio, correva l’anno 1714, ma questa è un’altra storia…

Per saperne di più

Dati Tecnici

DATI TECNICI
LUNGHEZZA PERCORSO PRIMA TAPPA (A) KM. 1,63
SECONDA TAPPA (B) KM. 2,45
TEMPO NECESSARIOPRIMA TAPPA: TRENTACINQUE MINUTI
SECONDA TAPPA: CINQUANTA-SESSANTA MINUTI
CARATTERISTICHEPRIMA TAPPA: FACILE: In discesa sino alla valle della Molgorana (750 metri). Poi leggera salita sino alla prossimità della Cascina Melli (poco meno di 200 metri.
SECONDA TAPPA: In piano dalla Cascina Melli per circa 600 metri, poi salita ultimo tratto leggermente impegnativo (in tutto circa 300 metri). Quindi discesa medio ripida (400 metri). Infine pianeggiante sino al Mongorio.
ALTITUDINE MASSIMA PRIMA TAPPA: 284
SECONDA TAPPA: 283
ALTITUDINE MINIMAPRIMA TAPPA: 259
SECONDA TAPPA: 255
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